Il progetto MICROTRACER (Small MICROplastics bioindicaToRs in the changing ArctiC EnviRonment) finanziato dal Programma di Ricerche in Artico (PRA), entra nel vivo delle sue attività con la prima campagna di raccolta dati alle isole Svalbard, realizzata a settembre 2022.
Durante questa prima fase, i ricercatori Giulia Vitale dell’Università Ca’ Foscari e Massimiliano Vardè del CNR Istituto di Scienze Polari, ospiti della base di ricerca “Dirigibile Italia” a Ny-Ålesund, hanno prelevato campioni da diversi siti nell'area circostante, nel Kongsfjorden e nel Krossfjodern.
Diverse specie di invertebrati, microorganismi e sedimenti che serviranno a comprendere e valutare la diffusione di detriti plastici nella catena alimentare, sono stati raccolti.
La contaminazione ambientale da frammenti di plastica ha assunto ormai carattere globale raggiungendo anche le aree remote come l'Oceano Artico e l'Antartide, ritenute un tempo incontaminate. La regione artica sta subendo diverse trasformazioni dovute ai cambiamenti climatici in atto a livello globale e all’impatto delle attività antropiche. In particolare, l’aumento delle temperature, con conseguente riduzione e scioglimento dei ghiacci, e la sempre maggiore diffusione di microplastiche e nanoplastiche, trasportate anche dall'aerosol marino e dalle correnti oceaniche, hanno importanti implicazioni sugli ecosistemi.
Le prime analisi condotte sugli anfipodi raccolti alle Svalbard hanno confermato la presenza di microplastiche già segnalate in un precedente studio dallo stesso gruppo di lavoro. Tuttavia, la minaccia che esse rappresentano per il biota polare e la relativa catena alimentare non è ancora completamente compresa.
Il progetto MICROTRACER prevede come obiettivi la valutazione della distribuzione delle small microplastics (<100 μm) e nanoplastics, nei sedimenti e negli invertebrati bioindicatori; l’identificazione di biomarkers di stress sul biota e la valutazione del potenziale ruolo di queste particelle come vettori di inquinanti e batteri, anche in funzione dell'impatto indotto dal clima.
Il progetto, coordinato dal CNR, Istituto di Scienze Polari (ISP) di Messina, vede coinvolti i ricercatori del CNR ISP di Venezia, il Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali dell’ENEA di Roma, il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie dell’Università La Sapienza di Roma e il Dipartimento di Chimica dell’Università di Padova.
Leggi il report delle attività svolte da agosto a settembre 2022