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ENEA al PRA

Nella giornata dedicata al PRA del 22 febbraio, tra i progetti finanziati sono stati presentati i risultati e gli stati di avanzamento di ECAPAC, coordinato da ENEA, SENTINEL e MICROTRACER con ENEA come partner.

Artico foto di G.Pace ENEA

Nella giornata dedicata al PRA del 22 febbraio, tra i progetti finanziati sono stati presentati i risultati e gli stati di avanzamento di ECAPAC, coordinato da ENEA, SENTINEL e MICROTRACER con ENEA come partner.

Nella sessione pomeridiana, sono state presentate le attività scientifiche di MICROTRACER che hanno un ruolo fondamentale nel comprendere l'inquinamento da plastica nelle Svalbard. In particolare, nuove conoscenze sono state acquisite riguardo alla presenza e all'abbondanza delle SMP (small microplastics,<100 µm), inclusa la loro abbondanza, composizione chimica, morfologia e impatto sulla catena alimentare attraverso l'utilizzo di bioindicatori. Le microplastiche sono state riscontrate in tutte le stazioni marine esaminate, e ingerite in grande quantità (centinaia di frammenti) dal crostaceo Gammarus setosus raccolto nelle stesse. Le analisi microbiologiche hanno rivelato una varietà di comunità microbiche associate alla plastica, senza segni di rischi significativi legati a patogeni batterici.

Nell'ambito delle attività di ricerca del progetto ECAPAC, si stanno investigando le complesse connessioni fra precipitazione e albedo superficiale. Variazioni di albedo sono importanti nella determinazione del bilancio di radiazione alla superficie e conseguentemente del bilancio energetico. La fase della precipitazione (solida, liquida) e le condizioni, come temperatura e vento, che determinano il quantitativo e la persistenza o meno della neve e del ghiaccio al suolo, pesano molto sulle variazioni di albedo. I differenti effetti su albedo e sul bilancio di radiazione possono attivare meccanismi di retroazione che favoriscono l'accumulo o, al contrario, la perdita neve e ghiaccio alla superficie. I dati che si stanno raccogliendo nell'ambito del progetto e che si hanno a disposizione, permettono di caratterizzare casi con differenti condizioni e di comprendere i processi.

SENTINEL, invece ha dimostrato che, durante l’ultima deglaciazione (tra 15000 e 9000 anni anni fa), le variazioni di ghiaccio marino e la maggior esposizione di superfice marina abbiano influenzato le emissioni di mercurio in Artico oltre a dimostrare la rapida diminuzione attuale del ghiaccio marino sul ciclo del vapor d’acqua.

L’Artico si conferma un hot spot per lo studio dei cambiamenti climatici, i cui effetti sono sempre più evidenti a tutte le latitudini. Questa focalizzazione è stata estesa al triennio successivo. Per queste ragioni il PRA si è focalizzato sul fenomeno della cosiddetta “amplificazione artica”, sugli ecosistemi artici, sull’atmosfera e sulla colonna d’acqua dei mari artici, sulle ricostruzioni paleoclimatiche e sugli effetti della crisi climatica sulle popolazioni che vivono in Artico.

La giornata ha previsto anche una discussione aperta alla platea delle linee di attività previste per il prossimo triennio con il contributo del Comitato Scientifico per l’Artico con la partecipazione per ENEA di Alcide Giorgio di Sarra.

Dalla discussione alcune tematiche, come la gestione, condivisione e integrazione dei dati, il finanziamento della ricerca in Artico come strategica per la comprensione dei cambiamenti climatici e delle poliche internazionali.

Ribadita inoltre, l'importanza per la ricerca in Artico della Stazione 'DirigibileItalia' gestita dal Cnr alle Isole Svalbard sin dal 1997, come pure le iniziative italiane presso altre strutture artiche, a partire da quelle di ENEA, INGV e Università di Roma Sapienza presso l'High Arctic Atmospheric Observatory (THAAO) di Thule in Groenlandia e dell'INGV presso le stazioni di monitoraggio della ionosfera a Ny Alesund e Longyearbyen.
La norma istitutiva del PRA inserisce il Programma nel quadro delle collaborazioni internazionali relative all'Artico dell'Italia con un approccio corale che vede il coinvolgimento di Università ed enti di ricerca (in particolare Cnr, Enea, Ingv e Ogs), nonché di Ministeri (Mite, Mur, Difesa attraverso l'Istituto Idrografico della Marina Militare, Mims, attraverso il Comando Generale delle Capitanerie di Porto), come ad esempio evidenziato nel rapporto al Consiglio Artico sul contributo dell'Italia quale Stato Osservatore.

 

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